Un abbraccio è un gesto volto ad esprimere affetto o amore che consiste nello stringere le braccia e le mani attorno al corpo di un’altra persona. L’abbraccio richiede che il busto delle persone interessate sia combaciante reciprocamente. Si tratta di una delle forme di effusione più diffuse fra gli umani. (cit. Wikipedia)
Recenti studi scientifici hanno riscoperto il potere terapeutico dell’abbraccio: se dura almeno 20 secondi stimola la produzione dell’ormone dell’ossitocina detto anche ormone dell’amore. Questa sostanza apporta molti benefici alla nostra salute mentale e fisica: aiuta a rilassare, calma paure ed ansie, aumenta il senso di sicurezza.
Vero è che l’abbraccio comunque è una forma di comunicazione, di contatto. Ed è naturale che non avvenga in maniera spontanea fra chiunque. Ma quando ci si riesce ad abbandonare completamente a questo gesto intimo, ci si può meravigliare di quante sensazioni vengano scatenate. Tutti i cinque sensi vengono coinvolti.
Innanzitutto la vista. Se non riconosciamo la persona che abbiamo di fronte non ci viene in mente di andarla ad abbracciare. Quando si è arrivati all’abbraccio, la soglia della confidenza è già superata, si dà fiducia all’altro, al punto di riuscire a chiudere gli occhi, a non aver bisogno di prestare attenzione. Non si ha paura. Si è disposti. Tutto ciò dà potere al nostro centro energetico che controlla l’autostima e l’autorealizzazione, il terzo chakra e il nostro quarto chakra “sorride”.
Altrettanto importante è l’olfatto. Quando ci si avvicina così tanto si è “costretti” ad annusarsi. E l’odore è un richiamo, una memoria. Lo è anche per gli animali. Ci si riconosce o ci si allontana. E stimolando questo senso, in realtà, lavoriamo a livello energetico sulle nostre radici, sulle nostre sicurezze. L’abbraccio è un rifugio. E così nutriamo il primo chakra.
E arriviamo al tatto. Toccare la persona in maniera così prolungata come in un abbraccio è segno di accettazione, di affetto. Non a caso quando si litiga non ci si sfiora neanche. E spesso capita che quando si sta male con se stessi non ci si conceda ad alcun tipo di contatto. Mentre quando vediamo qualcuno a noi caro che soffre, il primo istinto è quello di confortarlo stringendolo a noi. Tutto questo è pura affettività ed è proprio la qualità che governa il quarto chakra.
Poi abbiamo l’udito. Stando abbracciati non c’è alcun bisogno di parlare a voce alta per essere ascoltati. Ci si possono sussurrare frasi, la comunicazione è più semplice. E il quinto chakra gioisce di questo.
E il gusto? Beh… Dopo un ricco abbraccio il bacio arriva da sé. Ed il sapore può emozionarci, divertirci, può “scombussolare” la nostra sfera più “segreta”: il secondo chakra.
Allora forza! Abbracciamoci! Fa bene a chi riceve, ma arricchisce allo stesso modo chi lo dona.